La perseveranza è alla portata di tutti
la perseveranza è uno stato spirituale e dunque può essere coltivata. come tutte le condizioni spirituali, inoltre, essa ha delle origini precise, tra cui:
- l’intenzione:
per sviluppare la perseveranza è fondamentale sapere ciò che si vuole: un’intenzione ben radicata obbliga a superare numerose difficoltà.
- il desiderio:
quando si persegue l’obbiettivo di realizzare un desiderio o un sogno, è facile acquistare o mantenere la perseveranza.
- la fede in se stessi:
credere nelle proprie capacità di portare a buon termine un piano e non farsi scoraggiare.
- la precisione dei piani:
un programma ben pianificato rappresenta un incoraggiamento a perseverare verso i propri obbiettivi.
- le conoscenze adeguate:
l’esperienza e l’osservazione permettono di valutare se i propri piani sono buoni e realizzabili, e ciò rappresenta un incoraggiamento a perseverare.
- la collaborazione:
la simpatia, l’appoggio e la collaborazione da parte degli altri servono per sviluppare la perseveranza.
- il potere della volonta’:
l’abitudine a concentrare i propri pensieri sull’elaborazione di piani indispensabili alla realizzazione dell’obbiettivo che si vuole raggiungere conduce alla perseveranza.
- l’abitudine:
la perseveranza è il risultato diretto dell’abitudine. la paura, il peggiore di tutti i nemici, può essere completamente sedata grazie alla ripetizione imposta di atti di coraggio.
I sedici nemici della perseveranza
i punti qui di seguito elencati rappresentano una sorta di auto-analisi a cui ci si deve sottoporre per scoprire se la propria perseveranza è un fattore forte o debole. Questa analisi vi condurrà forse a delle scoperte che avranno un certo effetto su voi stessi, poiché potrete trovare i veri nemici che vi sbarrano il cammino verso tutte le realizzazioni importanti. Analizzatevi francamente se volete sapere chi siete e quel che siete capaci di fare ecco le debolezze che dovrebbero essere vinte da tutti coloro che vogliono raggiungere una meta elevata:
- L’impossibilità di riconoscere e di definire chiaramente quel che si vuole.
- L’esitazione generalmente eccessiva, abbinata ad una valanga di alibi e di scuse.
- La mancanza di interesse nell’acquisire una formazione specialistica e specializzata.
- L’indecisione, l’abitudine a lasciare che siano gli altri a prendere le decisioni per voi.
- L’abitudine di nascondersi dietro a delle scuse o a delle spiegazioni logiche, anziché di crearsi dei piani precisi per trovare una soluzione ai propri problemi.
- L’accontentarsi: sfortunatamente non esiste rimedio per questa malattia.
- L’indifferenza che si manifesta abitualmente con la ricerca sistematica di compromessi, là dove invece ci sarebbe da far fronte agli ostacoli.
- L’abitudine di criticare gli errori degli altri e di accettare delle circostanze sfavorevoli come inevitabili.
- La debolezza della propria volontà che si manifesta quando si trascura la qualità delle intenzioni.
- La volontà, a volte immediata, di abbandonare i propri progetti all’insorgere dei primi problemi ed ostacoli.
- L’assenza di piani organizzati ed accuratamente redatti per poter essere meglio studiati ed eventualmente rielaborati.
- L’abitudine di trascurare e di farsi sfuggire le buone occasioni che si presentano.
- Augurare o sperare invece di volere.
- La mancanza totale di ambizione di essere, agire e possedere.
- La ricerca di una scorciatoia che conduca al successo; prendere senza dare niente in cambio.
- La paura di essere criticati, giudicati dagli altri, che fa fallire tutto ancor prima dell’elaborazione o dell’attuazione dei propri piani.
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