INTRODUZIONE
La maggior parte delle sfortune sono il risultato del tempo utilizzato male.
Ognuno di noi ha a disposizione le stesse ventiquattro ore ogni giorno. Generalmente ne passiamo otto a dormire, tutto ciò che facciamo nelle restanti sedici ore ha un peso enorme sul livello di successo che raggiungeremo nella nostra vita. Ciò vale per un individuo, ma è altrettanto valido per un’organizzazione, con la sola differenza che questa ha a disposizione solamente otto ore e non tutti i giorni.
E anche quando le ore trascorse in azienda sono magari nove o dieci al giorno, sembrano talora insufficienti per affrontare e risolvere tutto quanto si verifica quotidianamente. Ma quante di queste nove/dieci ore sono veramente produttive? Quanto tempo ci ritroviamo ad impiegare per riprendere cose già fatte in maniera insoddisfacente, per fare cose
che altri avrebbero dovuto fare, per fare cose che poi si rivelano “inutili”?
Il dato può sembrare incredibile, ma vi sono situazioni in cui il tempo dedicato al lavoro veramente produttivo non supera il 33% di quello a disposizione. Vale a dire, su nove ore trascorse in azienda, solamente tre risultano veramente produttive: la cosa curiosa è che nelle restanti sei non si resta tranquillamente seduti in ufficio, al contrario si “lavora” con lena. Una persona, un ufficio, un reparto o un’intera azienda possono quindi dare l’impressione di essere molto indaffarati, ma il lavoro che stanno eseguendo non è quello veramente necessario al raggiungimento degli obiettivi prefissati per garantire il successo del gruppo.
Scarsità di tempo, sovraccarico di lavoro, mancato raggiungimento degli obiettivi possono generare frenesia, agitazione, nervosismo, stress oppure, viceversa, demotivazione e apatia: la presenza di questi indicatori significa sempre inefficienza, intesa come mancanza di controllo sul proprio lavoro.
“Controllare” il proprio lavoro significa avere l’abilità di iniziarlo, di portarlo avanti e di completarlo secondo quanto stabilito.
Tale abilità presuppone due fattori fondamentali:
- conoscenza e competenza, sia di tipo “tecnico”, sia di tipo gestionale;
- senso di responsabilità individuale.
Competenza e responsabilità ci consentono di assolvere ai nostri doveri e di individuare le possibili soluzioni per problemi e situazioni impreviste, evitando di rinviare le questioni irrisolte a tempo indeterminato o, peggio ancora, di scaricarle su altri: in tal modo potremo ottenere i risultati attesi dalla nostra posizione in quantità e qualità ottimale.
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